Il mondo delle gare motocicliste lo vivo praticamente da quando ho 16 anni e sono ormai sei che partecipo al Campionato Italiano Motorally. Dall’enduro al rally il salto è stato breve spinto dal mito della Dakar (che ancora oggi, lo ammetto, è il mio sogno) ho montato la strumentazione sulla moto da enduro e mi sono lanciato nella navigazione.
In tutti questi anni di gare il traguardo migliore l’ho raggiunto nel 2019 quando ho vinto il Trofeo Sport, cioè la categoria con più piloti e d’ingresso al Campionato, con un beta 390, mentre l’anno dopo sono passato alla categoria Marathon con il mitico rmx 450 Suzuki con cui ho corso fino alla scorsa stagione. Purtroppo non posso nascondere che il Campionato 2021 è stato per me piuttosto sfortunato: nella prima gara mi si è rotta la 4° marcia e sono stato costretto a correre passando dalla 3 alla 5 e viceversa per entrambi i giorni di gara! Anche in un’altra tappa sono stato colpito dalla sfortuna: durante la speciale del sabato mi sono accorto che la moto stava andando a fuoco perché buttava fuori benzina, sono riuscito a sistemarla e sono ripartito, ma il giorno dopo, come se non bastasse, si è rotto il roadbook durante la gara e ho dovuto quindi correre alla cieca seguendo gli altri concorrenti.
Nonostante queste sciagure ho fatto podio arrivando terzo di categoria nell’ultima gara!
Sinceramente sapevo che per le mie capacità sarei potuto arrivare a podio quasi in tutte le gare, mi sarei aspettato di arrivare lì vicino ed infatti già alla prima gara non ero molto lontano… poi è arrivata la sfortuna. Vero è che sarei stato troppo ambizioso a sperare di vincere perché davanti a me c’erano persone come Gritti che infatti ha appena corso alla Dakar: è proprio di un altro livello!
Dopo tanti anni di gare ho realizzato che il motorally è anche una questione mentale, quando mi trovo alla partenza ho imparato ad entrare in uno stato mentale superiore che chiamo volgarmente “modalità killer”, cioè se c’è una possibilità la sfrutto. Rispetto ad altre discipline quella del motorally posso dire che è più complessa perché devi fare più cose contemporaneamente (e questo è il suo bello), ma sicuramente è più difficile navigare che guidare la moto in enduro. Se vai piano riesci a fare tutti e due, ma se vai forte sono entrambi difficili… bisogna trovare il compromesso adatto alle tue capacità. E poi non bisogna dimenticare che non è neanche facile andare forte quando c’è polvere e devi superare la gente che magari si ferma agli incroci per cercare la strada giusta.
Quest’anno correrò con la Rieju mr 300 racing, nella classe c-300, una categoria molto difficile perché piena di piloti molto competitivi e preparati. Il segreto, come in tutte le discipline sportive, è l’allenamento, quindi mi sto preparando con attività intensive di più giorni; a tal proposito sono appena tornato dalla trasferta in Sardegna dove ho fatto allenamenti serrati oltre che molto divertenti per 10 giorni con il Reparto Corse del nostro Moto Club. Ora a casa, giro tutte le settimane sia in enduro che in cross alternandoli. Al momento non sono ancora soddisfatto della mia preparazione, l’obiettivo più prossimo è quello di riuscire a fare sessioni di allenamento di cross di almeno 40/50 minuti, cioè la durata media delle prove speciali.
La cosa che più mi ha riempito d’orgoglio nell’ultimo Campionato è esserci classificati quinti come Moto Club più numeroso all’interno delle gare, questo significa che molti nostri soci si stanno avvicinando a questa disciplina e quindi incrementeremo corsi e lezioni sia in presenza che online. L’obiettivo è diventare una squadra sempre più affiatata e fare le cose al meglio perché quest’anno abbiamo anche il supporto della Rieju e grandi obiettivi a cui puntare.
Marco Degan